Caso di studio: Mostra: “Dante. Gli occhi e la mente. Le Arti al tempo dell'esilio”
Chiesa di San Romualdo a Ravenna
8 maggio-4 luglio 2021
La mostra “Dante. Gli occhi e la mente. Le Arti al tempo dell'esilio” è organizzata dal Mar - Museo d'Arte della città di Ravenna promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna e curata da Massimo Medica direttore dei Musei Civici d'Arte Antica di Bologna.
L’allestimento realizzato ad hoc per questa mostra è stato curato fin nei minimi dettagli da Allestidea, seguito dal coordinamento degli architetti di Siroscape di Forlì e Venezia.
L'esposizione si dipana lungo un percorso narrativo che ripercorre le tappe dell'esilio dantesco, iniziato nel 1302 lasciando la sua città natia, Firenze, attraversando l'Italia tra Roma, Arezzo, Verona, Padova, Treviso, Forlì, Bologna, Lucca, Pisa, Venezia e giungendo nel 1321 a Ravenna, suo 'ultimo rifugio' e dove le sue spoglie riposano.
Le opere in mostra a Ravenna provengono da prestigiosi musei italiani e internazionali e includono alcuni dei maggiori nomi dell'arte italiana conosciuti da Dante come Cimabue e Giotto, Arnolfo di Cambio, Nicola e Giovanni Pisano, Giuliano da Rimini.
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Siroscape ha seguito l’allestimento della mostra dal punto di vista progettuale e di coordinamento alla realizzazione, unitamente alla dott.ssa Giorgia Salerno, al dott. Maurizio Tarantino e a tutto il Mar di Ravenna titolari e ideatori dell’evento. Proprio grazie a loro, sono cresciuti i presupposti per un progetto tanto ambizioso fornendo sin dall’inizio materiale e presupposti elaborati concettualmente da Siroscape e messi in pratica da Allestidea.
Un trinomio quello formato da Siroscape, Mar di Ravenna e Allestidea estremamente collaborativo e di grande interazione tra le parti, che ne ha decretato il successo finale.
Siroscape Architettura è nato nel 2010 a Forlì, dall’arch Alessandro Tricoli e arch. Camilla Fabbri. Lo studio si caratterizza fin dall’inizio per l’approccio globale al tema della progettazione, in special modo occupandosi di allestimenti museografici, di progettazione dello spazio pubblico e di recupero dei beni archeologici e archeologico-industriali.
Nel concept della mostra è stato messo al centro l’esilio dantesco tappa per tappa, seguendo il meticoloso progetto di curatela del dott. Medica. Si è cercato di ricostruire quello che poteva essere idealmente e concettualmente il paesaggio che poteva avere davanti Dante. Un paesaggio variegato: fatto di torri, di percorsi, di opere d’arte, di artisti, incontrati nel suo pellegrinaggio.
“Si è trattato di un lavoro complesso, - ha affermato l’arch. Camilla Fabbri, ci sono voluti quasi due anni di progettazione, in rapporto costante e continuo con tutto lo staff del MAR, dal dott Tarantino alla dott.ssa Salerno e poi, con la perizia della ditta esecutrice, che ci ha seguiti passo, passo nella realizzazione del progetto. Tanti sono stati gli ostacoli e le criticità risolte poste dall’emergenza pandemica.
Il risultato secondo noi è impattante, la mostra è in grado di inserire il visitatore nell’ambiente e nell’atmosfera propria di Dante, che lui stesso aveva avuto davanti a sè”.
L'allestimento
“Dal punto di vista più tecnico dell’allestimento, - ha affermato l’arch Fabbri - siamo partiti dall’idea di voler recepire e unire un insieme di stanze anche molto diverse, anche per quanto riguarda il mantenimento delle opere (di diverso tipo e di diversa composizione materiale (da tavole in legno, pittura, manoscritti, bassorilievi in pietra)).
Queste esigenze tecniche volevano creare un percorso univoco.
Quindi siamo partiti da un concept generale e lo abbiamo adattato via via a tutte le esigenze dettate dai vari prestatori. Questo ha fatto sì che il poter riunire opere lasciate a vista, con dei sistemi di dissuasione sonora, e opere invece chiuse sotto teca, con preciso controllo di umidità relativa e di illuminazione, hanno dato il via ad un percorso variegato e mai banale.
Nella mostra, infatti, si passa da elementi su carta ad elementi su tavola, a grandi opere, a opere di piccola fattura che dialogano frontalmente, l’una davanti all’altra.
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Dal punto di vista tecnico, per il controllo della temperatura è stata scelta la strada della teca condizionata con due sistemi di controllo:
- Un sistema di controllo remoto che trasmette ogni dieci minuti temperatura e umidità relativa all’interno della teca.
- Un sistema di controllo passivo composto da silicati tarati sull’umidità richiesta da parte del prestatore e posizionati in un alloggiamento costruito ad hoc al di sotto dell’opera. Essi non entrano in contatto con l’opera, ma ne mantengono il controllo.
Questo, unitamente ad un sistema di verifica e di controllo costante dell’umidità e della temperatura all’interno della chiesa stessa, media quella che può essere l’umidità esterna, i valori di una chiesa che ha l’età di San Romualdo e le opere interne. E’ un equilibrio un po’ delicato che viene tenuto costantemente monitorato dal personale del museo.
Per illuminare le opere sono stati scelti dei corpi illuminanti a led dimmerabili, ossia dispositivi regolabili per quanto riguarda l'intensità del fascio luminoso. In questo modo abbiamo potuto regolare la potenza in base alle richieste dei prestatori e quindi dell’opera stessa.
Allestidea ha seguito passo passo la realizzazione della mostra e ne è nato un rapporto positivo e costruttivo con gli architetti e i curatori.
Solo grazie a questa intensa interazione e collaborazione si è riusciti ad arrivare al risultato ottimale, aggirando e risolvendo di volta in volta le varie problematiche, in primis scaturite da una location di forte impatto e enfasi, ma altrettanto ricca di insidie per un allestimento museale.
Così sono state risolte le problematiche relative all’ingresso della luce naturale, al controllo delle temperature e dell’umidità all’interno degli espositori, oltre alle vaste attenzioni e accorgimenti rivolti all’illuminazione. Altra menzione doverosa riguarda la scelta dei materiali quali cristalli, pitture e le tante particolarità e accorgimenti addottati a teche ed espositori. Tutti temi di sicuro interesse che saranno pretesto di approfondimento tecnico in un prossimo articolo.
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I risultati
"È stato un lavoro duro e lungo, - ha affermato l’arch Camilla Fabbri di Siroscape - soprattutto per la contingenza della pandemia, ma siamo riusciti a mantenere entrambe le esigenze, sia di conservazione delle opere che quelle espositive in un pregevole progetto che ripercorre le tappe dell’esilio dantesco a partire dalla sua natìa Firenze fino ad arrivare a Ravenna”.